Questo scritto nasce dall'intesa con la direzione della Casa di Reclusione di Augusta e la lungimirante disponibilità del suo direttore Antonio Gelardi che ha autorizzato il progetto culturale per la stesura di un libro di carattere biografico, adattato all'esperienza del personaggio biblico di Giobbe e all'omonimo libro.
Lo scopo è stato quello di offrire a due uomini in regime di detenzione un'opportunità di raccontare se stessi e comunicare le loro esperienze e i loro sentimenti. Entrambi, reclusi in area A.S. (alta sicurezza), stanno ancora scontando una lunga condanna.
L'argomento cardine nei 42 capitoli del libro di Giobbe è un problema universale che tocca ogni individuo, indipendentemente dall'estrazione o dalla posizione sociale: la sofferenza. Questa tematica viene qui declinata restringendo gli orizzonti e gli sguardi all'esperienza del "piccolo mondo", che è lo spazio di coloro che vivono la condizione della reclusione.
- Giovanni Villari
"...appena dialoga con qualcuno che non fa parte del suo quotidiano, avverte nel suo interlocutore un certo senso di disprezzo. In cuor suo egli sa da dove deriva tale sentimento, ma come può far cambiare opinione su di seé?
Desidererebbe poter spiegare tantissime cose. Ad esempio che ci si può trovare invischiati in certi contesti, pur non essendo predisposti ad aderire alle ideologie di una vita così insensata e dannosa. E poi affermare che l'uomo che si trovano di fronte non è più la persona che tanti anni prima ha commesso cose di cui oggi non va più per niente fiero.
In realtà è consapevole che i suoi interlocutori hanno dei pregiudizi nei suoi confronti. Malgrado ciò lui non desiste, al contrario, ripete sempre a se stesso di non giudicare nessuno, giacché questa responsabilità e questo potere spetta solo al Signore e non a noi comuni mortali".