Per molti secoli l'autorità dell'Evangelo cristiano ha esercitato un dominio incontrastato sulla cultura occidentale, fino a quando l'Illuminismo non l'ha detronizzato sostituendogli uno spirito dei «tempi nuovi» radicalmente contrario. Da quel momento i maggiori teologi delle varie confessioni si sono sforzati di costruire dei «ponti» per colmare l'abisso fra i due mondi. Fino a che punto questi tentativi sono stati legittimi e fruttuosi? Nelle accese controversie che ne seguirono, da Schleiermacher, a Kierkegaard, a Blondel, a Barth, a Rahner, chi aveva ragione?
Mosso da ccuna certa curiositàl) sul confronto storico fra teologia e filosofia, l'olandese Berkhof (a sua volta un affermato teologo) inizia un originale «viaggio personale» per condurre il lettore ad approfondire cci momenti critici, i punti nodali, le controversie e le scelte decisivel) nello sforzo incessante di riaprire un dialogo perché l'Evangelo possa tornare a parlare al mondo moderno. Il suo libro è dunque un intelligente «Baedeker» che ci guida alla 'scoperta del variegato e complesso panorama intellettuale contemporaneo. Non uno dei soliti «manuali», ma un nuovo tipo di approccio che, senza pretesa di completezza, intende dimostrare l'assoluta necessità di un'intima relazione fra Evangelo e cultura laica. L'autore compie ogni sforzo per evitare il ccgergo dei teologil): ogni persona di coltura potrà quindi trarre il massimo beneficio dall'originale ccviaggiol) proposto da Berkhof. La ricerca non si limita alla teologia tedesca ma si addentra nel vasto mondo anglosassone, in quello olandese (sconosciuto) e nell'ambito cattolico. Due importanti appendici allargano ancora il discorso all'apporto dei "paesi latini" (Francia e Italia).
«Da Kant a Tillich e a Rahner, Berkhof ripercorre gli sforzi dei teologi, soprattutto "liberali" ma non solo tedeschi, di scendere a patti con la modernità affinché l'Evangelo possa essere compreso in ogni epoca. Un libro prezioso per tutti i convinti che l'Illuminismo non può essere scavalcato ma deve essere assunto e integrato nella nostra epoca postmoderna».
(Geoffrey Wainwright, Duke University, USA)
«Non solo l'A. è molto competente in questo campo ma ha anche tutte le doti necessarie per dare alla sua ricerca un tocco molto personale. Dal punto di vista delle acquisizioni scientifiche, ho trovato particolarmente rilevanti i capitoli su SChleiermacher, Fichte e Barth. Quelli sulla teologia olandese aprono una prospettiva cui è molto difficile accedere per altra via».
(Wolfhart Pannenberg, Università di Monaco di B.)