Temi come la vocazione e la fede permettono d’entrare negli effetti della salvezza per l’uomo. Quel che Cristo ha procurato alla croce è così declinato sul piano esistenziale.
Com’è possibile che il sacrificio compiuto da Cristo una volta per sempre alla croce si applichi a persone e circostanze diverse?
Nel linguaggio corrente, la conversione evoca il passaggio da una religione ad un’altra, la rivitalizzazione della vita ricevuta col battesimo o il cambiamento di preferenza e abitudine.
Nella Scrittura si ha un significato assai diverso.
Siccome la chiesa è "l’assemblea dei chiamati", la salvezza consiste nell’essere chiamati da parte dello Spirito di Dio. La persona si ravvede della sua disubbidienza, crede che Cristo col suo sacrificio abbia cancellato i suoi peccati e si colloca sotto il dominio di Dio nella comunità dell’alleanza.
La conversione è quindi credere o affidarsi a lui implicando un definitivo cambiamento di signoria.
Ci si può allora chiedere se la chiamata di Dio sia sufficiente ed efficace o se l’uomo cooperi in qualche modo.
È allora la volta della fede e della sua certezza. È possibile perderla? Nello sfondo si staglia l’idea della perseveranza.