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Amazing Grace - La stupenda grazia nella vita di William Wilberforce

Amazing Grace - La stupenda grazia nella vita di William Wilberforce

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Wilberforce è stato un cristiano che ha saputo costruire reti di collaborazione. Ha lanciato progetti, ha lottato senza remore per l'unità e il risveglio della chiesa, si è impegnato instancabilmente a favore delle missioni. Oltre alla sua fondamentale lotta contro la schiavitù. E' grazie a uomini come lui che possiamo dire con serenità che la fede evangelica non è zavorra culturale, non è una sciocchezza religiosa, malgrado i compiacimenti settari o le divagazioni teologiche a volte presenti.
ISBN: 9788888747682
Produttore:
Alfa e Omega
Codice prodotto: 9788888747682
Peso: 0.130kg
Rilegatura: Brossura
Lingua: Italiano

Contenuto libro

Prefazione dell'editore italiano; Introduzione all'edizione italiana; Introduzione: perseverare per la causa; I suoi primi anni; "Dio mi ha messo davanti due grandi questioni"; Ma non era uomo da una sola causa; Straordinaria perseveranza; La radice profonda della gioia di un fanciullo; Le possenti verità del Vangelo; Appendice: la sfida di Michea.

Prefazione

Prefazione all?edizione italiana

William Wilberforce ? oggi ricordato primariamente per la sua
lunga e faticosa campagna parlamentare per l?abolizione del
commercio degli schiavi. Dal 1786 in poi, Wilberforce lotter?
incessantemente per i diritti degli schiavi d?Africa e delle Indie
Occidentali. Grazie a lui, il 25 marzo 1807 il commercio
degli schiavi ? fi nalmente dichiarato illegale per tutte le colonie
Britanniche.
La legislazione contro il commercio ? per? solo il primo
passo verso la piena abolizione e occorreranno diversi decenni
per vedere considerata illegale la schiavit?. Succeder? solo
nel 1833 e, dopo pochi giorni dall?approvazione della House
of Commons del disegno di legge che bandiva del tutto la
schiavit?, Wilberforce morir?.
L?impatto di Wilberforce ? enorme. Soprattutto perch? Wilberforce
? un cristiano. Un evangelico per l?appunto. Scriver?
nel suo diario (28 ottobre 1787): ?Dio altissimo ha messo davanti
a me due obiettivi, la soppressione del commercio degli
schiavi e la riforma dei costumi [cio? la moralit?]?1.
Nel 1797 Wilberforce pubblica A Practical View of the
Prevailing Religious System of Professed Christians in the Higher and Middle Classes in this Country, Contrasted with Real
Christianity. Che un politico scriva di religione era gi? allora
considerato molto problematico. Succede, invece, che il libro
diventa un vero bestseller. Anzi si rivela uno dei migliori
strumenti per promuovere la fede evangelica. Personaggi dal
calibro di Thomas Chalmers e Leigh Richmond ne saranno
profondamente infl uenzati. Il messaggio centrale di A Practical
View ? semplice: la fede evangelica ? il miglior cemento
per la costruzione di una societ? civile, il cristianesimo ha
sempre una altissima utilit? sociale, senza ridursi mai a solo
questo. ? questo Wilberforce che John Piper ci presenta con
passione e profondit? nelle pagine che seguono.
Il Vangelo cristiano continua dunque a illuminare l?azione
e la fede di molte donne e di molti uomini. La vita stessa di
Wilberforce ? nei fatti un potentissimo richiamo di come Dio
operi attraverso tutti coloro che si dedicano integralmente alla
sua volont?.
Esiste quindi una sfi da che pu? riguardarci come evangelici
e come italiani? Probabilmente s? e a nostro parere essa ha una
triplice caratterizzazione: a) il recupero di una visione integrale
e globale del Vangelo cristiano; b) il rifi uto di vivere e pensare
la differenza italiana come alibi per la conservazione e lo status
quo; c) il confronto con un modello di santit? coraggiosa.
a) Il recupero di una visione integrale e globale
del Vangelo cristiano
La domanda ?cosa ? la missione cristiana?? sembra trovare
una articolazione plausibile e stimolante nella vita di Wilberforce.
E la risposta ? questa: la missione cristiana ha un orizzonte
globale. L?aggettivo ?globale? ha qui un duplice compito: a) correggere la comprensione della missione cristiana
intesa come esclusivamente verticale (salvezza delle anime) o
esclusivamente orizzontale (azione sociale); b) esprimere una
sintesi biblica, coerente e rilevante.
Questa ? la convinzione che ritroviamo anche nel paragrafo
5 del Patto di Losanna1, uno dei documenti pi? rilevanti
del cristianesimo evangelicale, prodotto nel primo Congresso
mondiale per l?evangelizzazione nel 1974:
Bench? riconciliazione con gli uomini non signifi chi riconciliazione
con Dio, n? l?azione sociale sia da identifi care con l?evangelizzazione,
e neppure liberazione politica signifi chi salvezza,
affermiamo ciononostante che l?evangelizzazione e l?attivit? socio-
politica fanno parte, ambedue, del nostro dovere cristiano.
Per ambedue ? necessario l?annuncio delle nostre dottrine di
Dio e dell?uomo, il nostro amore per il prossimo e la nostra ubbidienza
a Ges? Cristo.
Il messaggio della salvezza implica pure un messaggio di giudizio
su ogni forma di alienazione, di oppressione o di discriminazione,
e noi non dovremmo aver timore di denunciare il male e l?ingiustizia
da qualsiasi parte si trovino. Quando l?uomo riceve Cristo
? nato di nuovo nel suo regno: deve pertanto non solo affermare
ma anche diffondere la giustizia di Dio in un mondo ingiusto.
La salvezza che dichiariamo di possedere ci dovrebbe trasformare
nella totalit? delle nostre responsabilit? personali e sociali.
La fede senza le opere ? morta. (Atti 17:26, 31; Genesi 18:25;
Isaia 1:17; Salmi 45:7; Genesi 1:26-27; Giacomo 3:9; Levitico
19:18; Luca 6:27, 35; Giacomo 2:14-26; Giovanni 3:3-5; Matteo
5:20; 6:33; II Corinzi 3:18; Giacomo 2:20).
1 In Pietro Bolognesi (a cura di), Dichiarazioni evangeliche. Il movimento
evangelicale 1966-1996, Bologna, Dehoniane, 1997.
La stupenda grazia nella vita di William Wilberforce
8
3 Let the Earth Hear His Voice, a cura di J. D. Douglas, Minneapolis,
World Wide Publication, 1975, p. 66. Nello stesso periodo John Stott
scriver?: ?Non mi limiterei a dire che il mandato include un dovere di
ammaestrare I convertiti su ogni cosa che Ges? aveva precedentemente
ordinate (Matteo 28:20) e che la responsabilit? sociale ? fra le cose ordinate
da Ges?. Vedo ora con pi? chiarezza che non solo la conseguenza del
mandato, ma lo stesso mandato in s? deve essere inteso cos? da includere
le responsabilit? sociali insieme con quelle di evangelizzazione, se no vogliamo
renderci colpevoli di distorcere le parole di Ges??, in John Stott,
Missione cristiana nel mondo moderno, Roma, GBU, 1978, pp. 26-27.
Lo stesso John Stott ? tra l?altro responsabile della stesura
del Patto di Losanna ? nel suo discorso d?apertura3 al congresso
del 1974 dir?: ?La missione della chiesa sorge dalla
missione di Dio e dovrebbe, quindi, seguire il modello dell?incarnazione
di Ges? Cristo?. Da allora il mondo evangelico
ha prestato attenzione crescente alla globalit? dell?annuncio
cristiano. La Sfi da di Michea ? solo l?ultimo esempio di tale
sensibilit?. Appiattire il mandato missionario ad uno dei due
poli produce infatti non solo una pericolosa distorsione ermeneutica,
ma soprattutto un danno agli stessi sforzi missionari.
Da un lato, se pensiamo che l?azione sociale sia la vera essenza
della missione, la conseguenza sar? che le persone spesso
non arriveranno a conoscere e servire ? in Cristo ? l?unico e
vero Dio. La dimensione etico-sociale ? importante, ma non
costituisce la totalit? della missione cristiana. Dall?altro se
pensiamo ad una concezione spiritualistica della missione,
lasceremo le persone senza gli strumenti per vivere coerentemente
le sfi de morali, per ricercare la giustizia e la compassione.
Il prodotto ? spesso quello di un pietismo privatizzato che
evita la rilevanza profetica e forma subculture.
b) Il rifi uto di vivere e pensare la differenza
italiana come alibi per la conservazione e lo
status quo
Non ? un caso che nel nostro Paese gli evangelici siano individualit?
pi? che movimento. Sembra che in Italia, nella sua
condizione storico-religiosa e politica si frantumino molti progetti.
I motivi sono molti, ma pare che non si riesca a formare
uno spazio pubblico per gli evangelici. Certo ci sono diversi
scintillii, alcuni molto luminosi, ma quasi mai trovano continuit?.
Oltre non riusciamo ad andare. Wilberforce invece ?
stato un cristiano che ha saputo costruire reti di collaborazione,
ha lanciato progetti, ha lottato senza remore per l?unit?
e il risveglio della chiesa, si ? impegnato instancabilmente a
favore delle missioni. Oltre alla sua fondamentale lotta contro
la schiavit?. ? grazie a uomini come lui che possiamo dire con
serenit? che la fede evangelica non ? zavorra culturale, non ?
una sciocchezza religiosa, malgrado i compiacimenti settari o
le divagazioni teologiche a volte presenti. Il mondo evangelico
ha ancora bisogno di donne e uomini come Wilberforce. Costoro
sono doni di Dio alla chiesa e al mondo che dobbiamo
ricercare e coltivare.
c) Il confronto con una santit? coraggiosa
Non sono i culti alla persona o le venerazioni di antica memoria
che ci interessano. Ma la storia ci dice che Wilberforce fu
un personaggio di grandissima statura, di indiscussa integrit?
morale e lungimiranza sociale. Fu anche un peccatore che ha
avuto bisogno della grazia di Dio fi no alla fi ne dei suoi giorni.
Possiamo per? imparare sia dalla sua piet? personale sia dalla
sua testimonianza incarnata, cio? dalla sua vicinanza a vivere la vita vicino al prossimo e a chi si trova nel bisogno, dal suo
essere pronto a collaborare con gli altri per il benessere dalla
societ?, per permeare ed infl uenzare positivamente la cultura,
la societ? e l?economia. Anche questo ? vivere Cristo. Dopotutto
la prontezza per l?amore sacrifi cale ? l?apologetica pi?
forte per la realt? di Dio e la verit? del Vangelo.
Si tratta di camminare assieme, umilmente e coraggiosamente,
dilatando nella direzione opportuna lo sguardo, scongiurando
una testimonianza cristiana che si riduca a ?vaniloquio?,
avulsa dalle esistenze e dai bisogni reali e dalla stessa
Scrittura, seguendo Colui che non delude. Mai.

Il Consiglio Federazione
dell?Alleanza Evangelica Italiana

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