La storia? Che barba! La storia del Cristianesimo, poi! Questa è la reazione di molti giovani studenti e meno giovani, reazione che ha portato alla mancanza di conoscenza dei travagli dell'umanità e più particolarmente del travaglio della chiesa nei secoli.
Questo studio si sforza, oltre che di far conoscere il passato, di far "vedere" l'intervento di Dio nella storia. Una precisazione è doverosa: nel corso dello studio a volte si parla la plurale (noi) a volte al singolare (chi scrive): è una semplice forma di comunicazione. Quanto è scritto è farina del sacco dell'autore, dopo essersi adeguatamente documentato.
Era proprio necessario fare tanta fatica, visto che di storie del Cristianesimo ce ne sono tantissime? Bella domanda! L'autore risponde che lo studio della storia del Cristianesimo lo ha aiutato nel prendere decisioni fondamentali per la vita sua e della sua famiglia. Ha un debito verso di essa. Nello scrutare le esperienze di fede del passato possiamo trarre insegnamenti e ricevere luce per il presente, come già hanno fatto i profeti d'Israele.
Il linguaggio è semplice, ed il metodo seguito è innovativo per meglio memorizzare persone e fatti: la storia è stata divisa in venti secoli, come si fa con le torte. Secolo per secolo, trancio per trancio.
Per comprendere la storia occorre umiltà, molta umiltà. Infatti tutti abbiamo condizionamenti culturali: il cattolico romano legge la storia ed ha in testa il primato di Roma, l'ortodosso ha in testa una sorta di diritto di primogenitura, il protestante ha in testa la Riforma del 16° secolo, molti evangelici hanno in testa la storia dei movimenti di risveglio. L'autore è convinto che i movimenti di risveglio sono doni dello Spirito Santo per il rinnovamento delle chiese storiche, spesso rinchiuse nelle proprie tradizioni. Se fosse possibile vorremmo vedere la storia con gli occhi di Dio.