Siamo una generazione cresciuta in un istante, con la formula magica del “tutto e subito” e nel modo più facile possibile: pannolini usa e getta, TV satellitare, cibi precotti, navigazione GPS, check-in online. Tutto automatico e immediato. Siamo sempre collegati e cablati. Siamo abituati ad avere risposte allo schioccare delle dita. Siamo avvezzi ad avere costantemente il controllo della situazione. Ma in che modo tutto ciò influenza la nostra comunicazione con Dio? Questa è la domanda cui Fede 2.0 cerca di rispondere. Che cosa ha prodotto in noi una vita vissuta a velocità di curvatura? La fede è stata sostituita con un falso senso di sicurezza? La rivoluzione digitale e tecnologica ci ha reso più impazienti con Dio?
L’autore getta uno sguardo del tutto speciale sul ruolo della preghiera e della fede in questo frenetico XXI secolo e ci invita a riscoprire l’importanza di rimanere costantemente in contatto con il Signore, nonostante l’ingorgo di connessioni nel quale cerchiamo di muoverci.