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ESTRATTO
L’apparenza degli oggetti e le idee che ci formiamo di essi sono condizionate dalla posizione che questi occupano rispetto a noi e dalla luce sotto la quale sono osservati. Le cose viste a distanza, ad esempio, appaiono più piccole di come realmente sono. Così, se osserviamo il medesimo oggetto tramite strumenti diversi, ci accadrà spesso di riscontrare alcune differenze. Una candela o una stella brillano in assenza del sole, ma quando questo sorge, la loro luminosità svanisce. Dunque, poiché l’apparenza degli oggetti e le idee che ci facciamo di essi sono condizionate dalle circostanze esterne, ne consegue che due persone non potranno avere la stessa percezione di qualche cosa, a meno che non la vedano sotto la stessa luce, o non si trovino nella medesima posizione rispetto ad essa.
Queste riflessioni sono molto rilevanti in relazione al soggetto del presente discorso. Nessuno può leggere le Scritture con sincerità ed attenzione, senza intuire che Dio e gli uomini possiedono un’opinione alquanto diversa quasi su ogni cosa. In particolare, non c’è nulla di più diverso tra Dio e l’uomo del modo di considerare la morale e la malvagità del peccato. È evidente che davanti a Dio i nostri peccati sono incomparabilmente più numerosi, gravi e pieni di corruzione di quanto non appaiano a noi. Il Signore ci considera meritevoli di una punizione infinita ed eterna, mentre noi ci rendiamo conto a mala pena di meritare il minimo castigo. Da dove scaturisce tale diversità? Le riflessioni appena fatte rispondono a questo interrogativo. Dio e gli uomini vedono gli oggetti tramite degli strumenti diversi e si trovano in una posizione molto differente rispetto ad essi. Dio è vicino ad ogni cosa e, quindi, scruta gli oggetti secondo le loro reali dimensioni. Noi uomini, invece, osserviamo molte cose a distanza, specialmente quelle di natura religiosa e, ovviamente, ci appaiono più piccole di come realmente sono. Dio vede tutto in modo perfettamente chiaro, mentre noi vediamo in modo confuso e indistinto. Dio vede tutto com’è realmente, mentre noi osserviamo le cose mediante strumenti imperfetti, guastati dall’ignoranza, dai pregiudizi e dall’amor proprio.