Dopo il successo delle
Lettere di Berlicche, C.S. Lewis aveva ricevuto pressanti richieste per realizzare un'opera che, invece di calarsi nella realtà demoniaca, si immedesimasse in una visione angelica e paradisiaca. Egli tuttavia rifiutò il compito, sentendosi inadeguato, ma è pure vero che
Il grande divorzio, benché attraverso un sogno, tratta dell'inferno e del paradiso.
Da un lato approfondisce l'affresco che l'apprendista tentatore Berlicche - in seguito fattosi più "professionale" - traccia della sua logica e del suo mondo, dall'altro evoca in immagini folgoranti e in colloqui drammatici una sorta di avvicinamento alla logica del cielo. Avvicinamento che i personaggi del romanzo tendono in maggioranza a interpretare come rifiuto di un'alterità intravista.