Dopo il risveglio della chiesa primitiva, in tutti i tempi, anche nei periodi più oscuri, Dio ha operato potenti risvegli. Egli si è servito di uomini come Lutero, Calvino, Wesley, Finney, Edwards, Whitefield, Carey, Brainerd, Müller, Groves, Guicciardini, Rossetti, per compiere grandi cose per Lui.
Attualmente Dio è all’opera in varie parti del mondo. Nell’America Latina il movimento evangelico cresce ad un ritmo straordinario ed anche nel continente asiatico vi è un incremento straordinario del cristianesimo. Nella Corea del Sud, se il tasso di crescita si manterrà costante, alla fine del secolo metà della popolazione sarà cristiana, con una netta prevalenza di evangelici. Dio è all’opera in Cina, dove si pensa ci siano più di cinquanta milioni di cristiani e buone notizie arrivano anche dall’Africa. Il crollo dei regimi comunisti nell’est europeo ha aperto le porte al Vangelo. L’Europa occidentale, invece, non ha ancora conosciuto in questo secolo un vero risveglio spirituale.
Come qualcuno ha giustamente affermato, l’Europa, che è stata la culla del cristianesimo e dell’epopea missionaria, è divenuta un deserto spirituale. è ora che le chiese d’Europa escano dalla routine e ritrovino il fuoco della Pentecoste. Dobbiamo pregare per un risveglio che scuota il nostro continente, ed in modo particolare l’Italia.
Sono convinto che per le nostre assemblee non basta avere delle belle sale di culto, un’organizzazione perfetta, la sana dottrina, dei bravi insegnanti, una buona scuola domenicale, una bella corale e un gruppo di giovani ben preparato e curato; non basta saper usare i vari metodi e mezzi per l’evangelizzazione o tante attività e servizi; non basta avere tante attività e servizi. Credo che ciò di cui abbiamo bisogno, sia individualmente che come assemblee, sia un vero risveglio prodotto dallo Spirito Santo.
Il Signore risorto, nel rivolgersi alla chiesa di Efeso, dopo averla lodata per le sue opere, la fatica, la costanza e la vigilanza, la rimprovera con queste parole:
“Io conosco le tue opere, la tua fatica, la tua costanza; so che non puoi sopportare i malvagi e hai messo alla prova quelli che si chiamano apostoli ma non lo sono e che li hai trovati bugiardi. So che hai costanza, hai sopportato molte cose per amore del mio nome e non ti sei stancato. Ma ho questo contro di te: che hai abbandonato il tuo primo amore” (Ap.2:2-4).
Il nostro cuore batte ancora con forza per il Signore? Lo amiamo profondamente? Abbiamo un amore intenso per i nostri fratelli oppure abbiamo perso il primo amore?
Nutriamo una passione ardente per le anime perdute? Siamo sensibili e sottomessi all’opera dello Spirito Santo, che porta gioia e rinnovamento? Abbiamo stabilito le giuste priorità, cercando prima di tutto il Regno di Dio e la Sua giustizia o ci lasciamo coinvolgere dal materialismo e dai valori di questo mondo?
Siamo disponibili a lasciarci mettere continuamente in discussione dalla Scrittura, oppure preferiamo lo “status quo”, lasciandoci guidare dalle nostre tradizioni?
Le nostre assemblee crescono qualitativamente e quantitativamente? I perduti si convertono al Signore, oppure le nostre assemblee stanno morendo?
Qual’è la temperatura della comunione fraterna? Esercitiamo il perdono reciproco?
I fratelli impegnati nella predicazione lo fanno con l’unzione dall’alto, nella potenza e nella pienezza dello Spirito Santo?
Le nostre assemblee sono luce e sale del mondo, oppure non hanno nessuna influenza nella società?
Abbiamo la visione degli enormi bisogni spirituali di un mondo perduto?
Quale posto ha la preghiera nella nostra vita personale e nelle nostre assemblee?