Se la questione del peccato costituisce un passaggio obbligato per ogni sistema di pensiero, quella del libero arbitrio è profondamente collegata a essa. Sull’autodeterminazione dell’uomo si sono confrontati i maggiori studiosi, senza per questo approdare a soluzioni sempre soddisfacenti. Turrettini si chiede se la libertà debba essere collegata a una sorta d’indifferenza o se vi siano altri fattori da tener presenti.
La nostra prospettiva sulla questione deve derivare dallo studio dei testi biblici. A questo punto ci s’interroga su come debbano essere considerate le virtù dei pagani. Attraverso una serie di considerazioni, Turrettini nega che siano frutto del libero arbitrio e sostiene con rigore le attestazioni della Scrittura.
Il decimo fascicolo della Istituzione della teologia persuasiva, riporta anche la Dedica dell’autore ai “magnifici, nobili e onorati uomini del Consolato e di tutto il Senato della celebre Repubblica di Ginevra” del 1679. Alla dedica è associata anche la Prefazione, in cui Turrettini espone le ragioni e le caratteristiche della propria opera.
Pur rendendosi conto delle tante ragguardevoli opere esistenti e riconoscendo i limiti del proprio lavoro, Turrettini sa di voler orientare tra le controversie esistenti.
Se da un lato bisogna tagliare rettamente la Parola di Dio, dall’altro bisogna impegnarsi a convincere gli antagonisti mantenendo con essi un dialogo costante. Da un lato l’elaborazione, dall’altro l’impegno a persuadere gli avversari. Dopo aver letto i vari loci, si ha ora l’occasione di comprendere le intenzioni dell’autore stesso.