L'assedio e la distruzione di Gerusalemme ad opera di Nabucodonosor. Atrocità, desolazione, morte ed esilio come castigo divino per i peccati di Israele. La supplica a Dio di ricordarsi del suo popolo e la speranza nella sua misericordia. La distruzione di Gerusalemme nel 586 a.C., che portò all'esilio in Babilonia dei maggiorenti, cambiò anche, drammaticamente, la vita di quanti rimasero in Palestina. Per F.W. Dobbs-Allsopp, la straordinaria voce della comunità palestinese che emerge con forza nei cinque poemi lirici del libro delle Lamentazioni rende incisiva testimonianza delle atrocità dell’assedio e della caduta di Gerusalemme nonché della durezza della vita sotto il dominio straniero, espressioni del castigo divino. Tuttavia, dietro la sofferenza, traspare una decisa volontà di vivere, di affrontare il dolore e comprendere le vicissitudini per raccogliere le risorse necessarie a sopportarli e trasfigurarli, fino alla supplica a Dio di ricordarsi del suo popolo, nella speranza della sua misericordia e del domani.