La storia della Bibbia si apre in un giardino rigoglioso ricolmo di piante di ogni specie. Esse non sono semplicemente delle finzioni retoriche o degli abbellimenti estetici, ma hanno una loro dignità derivante dall'essere parte della buona creazione di Dio. È come se lo scrittore biblico, interprete di una cultura attenta all'osservazione del creato in quanto "teatro della gloria di Dio" (Calvino), volesse illustrare la magnificenza del Creatore nel descrivere la ricchezza del mondo vegetale da Lui formato.
L'attenzione sulle piante accompagna la narrazione biblica nel presentare la storia della salvezza. Dalle piante usate come cibo con cui sfamarsi, alle piante ornamentali per il tempio; dalle piante da coltivare nella terra promessa, alle piante da utilizzare per favorire la proliferazione degli animali: si potrebbe scrivere un'intera teologia biblica prendendo le piante come filo rosso attraverso cui si dipana la storia della salvezza.
La Bibbia ha questa spiccata sensibilità vegetale. Non solo. Il mondo vegetale partecipa anche al decadimento seguito alla rottura dell'alleanza con l'ingresso del peccato. Visto che tutta la creazione geme ed è in travaglio, anche le piante perdono il loro crisma originario di buona ed incontaminata creazione di Dio e si possono trasformare in creature segnate dal peccato dell'uomo. Esse possono diventare amare, velenose e non più commestibili. Possono essere anche un luogo di morte come il terebinto di Absalom.
Come partecipano al decadimento del peccato, così beneficiano della salvezza in Gesù Cristo. Sono gli alberi che battono le mani alla gloria di Dio. Il regno di Dio è paragonato ad un seme da cui spunta un albero ben piantato in cui trovano riparo gli uccelli. L'opera del Signore è vista come il lavoro di un seminatore che sparge la sua semenza e ne raccoglie il frutto nella stagione appropriata. La buona creazione di Dio, deturpata dalla rottura dell'alleanza causata dal peccato, trova nell'opera di redenzione un riscatto cosmico. Nella nuova Gerusalemme, infatti, ci sarà un albero, quello della vita.
Insomma, dall'inizio alla fine, e passando per ogni tappa, la storia biblica è puntellata dalla presenza delle piante. Come apprezzare la varietà, la profondità e le connessioni di questo mondo affascinante? Questo Erbolaio di Dio è uno strumento utilissimo per orientarsi nelle proprietà vegetali e nei significati spirituali che, nella Parola di Dio, molte piante hanno. Con perizia di analisi botanica e con solida arguzia spirituale, Di Filippantonio Salvatore accompagna il lettore nella scoperta delle piante menzionate nella Bibbia. Sia come lettura integrale, sia come strumento di consultazione, sia ancora come libro su cui tornare continuamente per meditare sulla verità della Scrittura, questo volume non mancherà di informare, sorprendere e stimolare la riflessione. Lo studio delle piante è una finestra nel mondo creato da Dio ed una porta per entrare nella realtà spirituale del regno di Dio. L'Erbolaio di Dio è una guida gustosa a questa scoperta avvincente.
(Leonardo De Chirico, Istituto di Formazione Evangelica e Documentazione - Padova).
Per questo libro, l'autore ha anche ricevuto un Diploma di merito al 14° Concorso Nazionale di Poesia e Narrativa "Vittorio Alfieri".