La Bibbia è il "dirsi" di Dio che, recepito nella virtù dello Spirito, si fa relazione dialogica, fondamentale per lo sviluppo della nostra spiritualità, intesa non in senso "ascetico", ma estremamente pragmatico, con risultati obiettivamente verificabili. Non si è salvati per aver letto Gv 3:16, ma per aver assunto quel testo come costitutivo d'un rapporto con Dio, entro cui il suo amore ha voluto inserirci e, in forza del quale, ci ha resi non rappresentanti di chiese, non apologisti di tendenze religiose o di orientamenti confessionali, ma "nuove creature".
Questo nostro saggio non ha certo la pretesa di "insegnare", ma la speranza, questo sì, di destare nel lettore interesse a una disciplina come l' "etica" a cui noi, siamo poco avvezzi, ma le cui svariatissime istanze, necessariamente connesse alla vitalità del nostro credere, sempre più urgono e non possono e non debbono lasciarci indifferenti. Proponiamo, quindi, una riflessione che renda cosciente il credente e agevoli una prassi esistenziale atta ad esprimere con forza la fede che rende "liberi in Cristo".