Capitolo gratuito
Capitolo 1
Che cos’è la dipendenza sessuale?
Tony, un giovane studente universitario, era stato adottato all’età di sette anni. Non aveva mai accettato appieno la sua famiglia adottiva, perché non si sentiva simile ai suoi nuovi genitori e perché in seguito essi avevano avuto un figlio naturale.
Durante la scuola superiore, Tony iniziò a masturbarsi e a leggere riviste pornografiche, per sentirsi bene e alleviare la sua solitudine.
Ma entrato all’università, la solitudine continuò a torturarlo. Più lottava per conseguire buoni risultati accademici, più utilizzava le riviste pornografiche e la masturbazione per alleviare la tensione.
Dopo un po’ ebbe bisogno di qualcosa di più “forte”, così iniziò a chiamare i telefoni erotici. “Venivano incontro a un mio bisogno”, mi disse in seguito. “Quelle conversazioni mi aiutavano a sentirmi meno solo”.
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Un pomeriggio una donna appena sulla trentina mi chiamò e descrisse per dieci minuti con quale veemenza aveva rapporti con gli uomini. “Sono stata con almeno trecento uomini, la maggior parte dei quali erano per me dei perfetti sconosciuti”, raccontava. “Trascorro la maggior parte della mia giornata a cercare uomini disposti a fare del sesso con me. Non importa se sono giovani o vecchi, sporchi o puliti. Voglio soltanto fare del sesso con loro”. Poi mi raccontò che spesso era stata picchiata, violentata o derubata dagli uomini con cui aveva avuto rapporti.
“Pensa sia possibile”, chiese atterrita, “che qualcuno che voglia fare del sesso con me mi possa anche amare? Non sono sicura di poter ricevere aiuto. Sento di essere incontrollabile, ma è l’unico modo in cui posso essere amata; anche se so che quegli uomini non mi amano veramente. Ma non posso smettere di voler essere amata”.
Dopo avermi chiesto per la quarta e ultima volta se poteva essere amata, riagganciò la cornetta. Non l’ho mai più sentita.
* * *
Stephen iniziò a masturbarsi mentre frequentava la scuola superiore. Al seminario continuò a far uso di pornografia e di frequente noleggiava film a luci rosse nelle stanze d’albergo in cui pernottava mentre viaggiava per conto della chiesa. Si sposò con una donna garbata da cui ebbe tre figli e godé i suoi doveri pastorali.
Con il passare del tempo, comunque, il suo stress aumentava. Verso la metà della trentina, Stephen iniziò a usare il lunedì, giorno di riposo, per attraversare la città e frequentare le prostitute.
“Uso le prostitute per rilassarmi dai rigori del ministero”, mi ha detto. “Me lo merito, dopo aver lavorato sodo per il resto della settimana”.
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Che cos’hanno in comune queste persone? Sono tutte dipendenti dal sesso. Questa dipendenza è comune a tutte le classi della società. Individui di ogni estrazione sociale – cristiani e no, ricchi e poveri – perseguono tenacemente dei comportamenti sessuali per alleviare il loro dolore emotivo e per sentirsi bene, soddisfatti e potenti.
Ad alimentare questo comportamento c’è un crescente mercato di beni e servizi orientati sull’erotismo che soddisfano le richieste. Le stanze d’albergo spesso mettono a disposizione dei film a luci rosse come un “servizio”. I servizi di accompagnamento abbondano. Quasi tutti gli eroi e le eroine delle telenovele sono coinvolti sessualmente con qualcuno. Prolificano i negozi che noleggiano e vendono riviste e videocassette pornografiche. Gli abusi sessuali sui minori sono all’ordine del giorno, come le storie di leader religiosi che “cadono”.
Non ci sorprende che la gente abbia problemi sessuali sin dall’infanzia. La Bibbia riporta numerosi esempi di persone che commisero peccati sessuali, anche se non abbiamo modo di sapere se fossero sessualmente dipendenti.
Sichem, il figlio di un re pagano, violentò Dina, la figlia di Giacobbe (Genesi 34:1-2). Le prostitute del tempio compivano regolarmente i loro affari come parte dei riti religiosi delle nazioni circostanti Israele (Deuteronomio 23:17). Amnon costrinse sua sorella Tamar ad avere rapporti sessuali con lui (2 Samuele 13:1-21). Sansone trascorse una notte con una prostituta (Giudici 16:1). Il re Davide scelse di guardare una donna che faceva il bagno nuda e, consumato dalla passione, ebbe con lei una relazione extraconiugale e alla fine fece uccidere suo marito (2 Samuele 11:1-17).
Ci sono varie opinioni sulle cause della dipendenza sessuale e sui metodi da usare. Nella Bibbia, Dio stabilisce dei chiari confini all’attività sessuale ed enfatizza il bisogno umano di pentirsi per essere salvati dal peccato. I critici di questo insegnamento arguiscono che la concezione biblica del peccato ignora l’influenza delle disfunzioni familiari e degli altri fattori nello sviluppo del comportamento della dipendenza sessuale. I professionisti dell’igiene mentale dibattono se la dipendenza sessuale sia una malattia su cui i sessuomani non hanno controllo o il risultato delle scelte influenzate dal peccato. Perciò prima dobbiamo affrontare questa domanda fondamentale: che cos’è la dipendenza sessuale e in che modo si manifesta?
CHE COS’è LA DIPENDENZA SESSUALE?
Osservando la descrizione delle dipendenze sessuali, iniziamo con la scala delle normali reazioni sessuali all’interno del rapporto coniugale. Pensate al comportamento sessuale come a una scala:
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Sessualmente Sessualmente
disinteressati interessati
Nella normale esperienza delle relazioni sessuali, entrambi i coniugi sperimentano dei periodi in cui sono interessati o disinteressati. Di solito uno dei coniugi è interessato mentre l’altro è temporaneamente disinteressato.
Diversi fattori influenzano il livello di interesse sessuale di un coniuge, e cioè l’aspetto fisico, lo stato emotivo, la fatica o il risentimento. Per esempio, immaginatevi una coppia sposata che non ha fatto l’amore da diversi giorni e che guarda insieme la televisione sul divano. Il marito guarda la moglie e ne è attratto sessualmente. Le si avvicina per tenerle la mano e metterle il braccio attorno. Mentre inizia a baciarla, lei si distrae con lo spettacolo televisivo ed esprime meno interesse del suo. Perciò lui rimane dov’è ma non la bacia più. Più tardi possono avvicinarsi nella scala di interesse e fare l’amore.
Seguendo questo schema, si può andare oltre quei limiti nelle relazioni sessuali matrimoniali, raggiungendo dei livelli di tensione sessuale. Questa divergenza si può illustrare con lo schema seguente:
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Sessualmente Sessualmente Sessualmente Sessualmente
respingenti disinteressati interessati assorbiti
La persona che respinge il sesso si è spostata oltre il ciclo naturale dell’incremento e della diminuizione dell’interesse sessuale e ha sviluppato un atteggiamento del tipo “prendere o lasciare” – o addirittura ha perso ogni interesse nel sesso, al punto di esserne disgustata. A parte le spiegazioni mediche, questa persona si trova a dover affrontare dei problemi relazionali che influenzano la sua vita sessuale. Questi potrebbero comprendere: perdita di soddisfazione emotiva nelle relazioni coniugali, precedenti esperienze sessuali negative, rabbia e risentimento o circostanze stressanti.
La persona che è assorbita dalle relazioni sessuali, d’altro canto, desidera avere rapporti sessuali frequenti. In un fidanzamento o in un matrimonio, la persona assorbita dal sesso – di solito l’uomo – premerà sul partner per fare del sesso. Una tale pressione potrebbe creare disagio persino al coniuge disposto a fare del sesso. Il disagio aumenterà se il partner avvertirà che l’altro sta facendo del sesso per soddisfare i suoi piaceri piuttosto che per godere di una vera intimità. Diventando emotivamente ambivalente, proverà repulsione verso il sesso.
La tavola 1.1 descrive cinque persone che stanno affrontando vari problemi sessuali. Chiaramente, le persone A e C sono dipendenti dal sesso, secondo quella che in seguito definiremo dipendenza sessuale. Gli altri stanno affrontando problemi sessuali e si stanno appigliando a quella che definisco falsa intimità.
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TAVOLA 1.1 Semplici profili di individui che lottano contro problemi sessuali
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Persona A Sesso: Maschile
Età: 43
Istruzione: università, seminario, candidatura dottorato
Stato di famiglia: Sposato da diciannove anni, rapporti sessuali infrequenti con la moglie, mancanza di intimità, tre figli di cui uno all’università
Problemi sessuali: Paga prostitute due o tre volte alla settimana, si masturba, compra materiale pornografico, visita locali a luci rosse, ha avuto tre relazioni, è portatore di malattie veneree, è stato arrestato per molestie
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Persona B Sesso: Femminile
Età: 36
Istruzione: Diplomata, insegnante di scuola elementare
Occupazione: Casalinga
Stato di famiglia: Sposata da tredici anni, perdita di interesse sessuale, relazioni conflittuali con il coniuge, due figli (di cui uno in età prescolare)
Problemi sessuali: Molestata sessualmente da bambina, disfunzioni sessuali con il marito, si masturba cinque o sei volte al mese, legge uno o due romanzi rosa al mese, guarda tutti i giorni le soap opera
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Persona C Sesso: Maschile
Età: 23
Istruzione: Ha terminato il terzo anno anno di università
Occupazione: Assistente manager di un ristorante
Stato di famiglia: single, ha rotto il fidanzamento
Problemi sessuali: Telefonate quotidiane a numeri pornografici per 600 dollari al mese, si masturba due o tre volte al giorno, usa di frequente la pornografia
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Persona D Sesso: Femminile
Età: 27
Istruzione: Terzo anno di università, con diploma di ragioneria
Occupazione: Ballerina di striptease, studentessa part-time
Stato di famiglia: Divorziata, sessualmente attiva con l’attuale compagno
Problemi sessuali: Violentata, ha avuto rapporti incestuosi con il padre per sette anni, è stata sessualmente attiva con numerosi fidanzati sin dalle scuole medie, è stata arrestata per prostituzione cinque anni fa, ha avuto due aborti
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Persona E Sesso: Maschile
Età: 38
Istruzione: Laurea
Occupazione: Insegnante
Stato di famiglia: Risposato, famiglia mista, sessualmente attivo con la moglie da una a tre volte la settimana, litigi familiari occasionali
Problemi sessuali: A sette anni è stato oggetto di abusi sessuali da parte di un vicino più grande di lui, ha passato un breve periodo di impotenza con la prima moglie, ogni anno durante un raduno va con una prostituta e ogni mese circa prende a noleggio film a luci rosse
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Definiamo alcuni termini che useremo in questo libro.
Intimità perfetta: Si riferisce alla relazione che godevano Adamo ed Eva prima della loro caduta. Nudi e senza vergogna, godevano sessualmente e amichevolmente di un piacere completo, senza esitazione o dubbi.
Vera intimità: è una relazione sessuale e intima che godono due coniugi all’interno del loro matrimonio amorevole e impegnato. Esistono dubbi, ma la coppia comunica e gode della sua relazione sessuale. Data la realtà di un mondo di relazioni imperfette, entrambi i partner possono trovarsi di fronte a delusioni. Nella vera intimità, entrambi i partner sperimentano la paura di essere svergognati, la paura di essere abbandonati, la paura di perdere il controllo e la paura dei loro rispettivi desideri sessuali. Nella loro espressione sessuale, entrambi dipendono dal partner e sono aperti alle sue azioni.
Falsa intimità: è essenzialmente un’autoillusione creata per evitare il dolore inerente a una vera intimità. Una falsa intimità potrebbe essere a livelli minimi quando un marito guarda sua moglie e se la immagina con meravigliosi, lunghi capelli scuri. Nella sua immaginazione si riflette qualcosa di molto più profondo. Per dirla in parole semplici, desidera più di quanto ha e questo dimostra che gli manca qualcosa. Nelle dipendenze sessuali è sempre presente una falsa intimità.
Ecco un diagramma completo dell’intimità e delle disfunzioni:
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Sessualmente Sessualmente Sessualmente Sessualmente Sessualmente Sessualmente ribelle respingente disinteressato interessato assorbito ossessionato
Una persona che si ribella al sesso ha uno stile di vita di repulsione sessuale. Il sesso per questa persona è corrosivo e perciò va evitato a tutti i costi. Una persona sessualmente ossessionata, d’altro canto, vive per il piacere sessuale. Ancora una volta il sesso è corrosivo, ma proprio per questo va ottenuto a tutti i costi.
Osserviamo queste diverse illustrazioni.
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Sharon, una manager di successo sulla cinquantina, veste sempre con abiti da lavoro. Competente e organizzata, è sempre pronta ad affrontare qualsiasi situazione le capiti. Attualmente divorziata, raramente ha goduto nel sesso. Durante il matrimonio fingeva l’orgasmo per far piacere al marito. Durante il sesso la sua mente vagava oppure si sentiva disgustata al pensiero di essere toccata sessualmente. Quando infine riuscì a condividere con onestà questi pensieri con il marito, lui la lasciò e si risposò.
Ora che vive da sola, Sharon pensa spesso al sesso e lo trova disgustoso e repellente. Come faceva durante il matrimonio, spesso si ritrova a evitare contatti che possano portare a relazioni sessuali. Gli uomini la trovano fisicamente attraente, ma quando le si avvicinano, Sharon si limita a flirtare con loro.
Sharon ha paura dell’intimità, della vicinanza, del contatto sessuale, e ha paura di perdere il controllo e di dover ancora una volta soffrire a causa di una relazione. In superficie sembra avere repulsione per il sesso, ma in effetti il sesso per lei non è corrosivo. Essenzialmente si sta nascondendo dietro la sicurezza di una falsa intimità – nel modo in cui si pone in relazione con sé stessa, con gli altri e con Dio.
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John, trentaquattro anni, non sposato, si masturba da tre a quattro volte al giorno. La sua sta divenendo un’ossessione sessuale. Quando non si masturba, pensa al sesso con le donne del suo ufficio, progetta di masturbarsi o pensa a un video a luci rosse che ha visto la sera precedente. Spesso ritarda al lavoro, salta le riunioni o fa tardi per masturbarsi. I suoi problemi sul lavoro stanno crescendo. Ha ricevuto l’ultimo richiamo perché è arrivato tardi.
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Gail, ventisei anni e non sposata, è una segretaria che ha iniziato a masturbarsi come “fonte di conforto”. Tre anni fa ha iniziato ad avere relazioni con gli uomini sposati del suo ufficio. Loro vogliono stare con lei, cosa che a lei fa piacere, ma non vogliono esserne coinvolti emotivamente, cosa che a lei va bene ugualmente perché le farebbe paura. La sua sta diventando un’ossessione sessuale, pur essendo totalmente disinteressata a una relazione.
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Che cos’hanno in comune tutte queste persone? Sono tutte coinvolte in una falsa intimità. Per loro la relativa collocazione nel diagramma definisce vari livelli di interesse sessuale, ma sostanzialmente una deviazione dalla vera intimità. Nonostante siano posti su diverse collocazioni, i loro obiettivi sono gli stessi. Ognuna di queste persone vuole evitare il dolore della vera intimità e ottiene un senso di soddisfazione emotiva – anche se contraffatta – mediante una falsa intimità. I loro motivi sono forti e raramente analizzati, il che può portare a un comportamento estremo, a molti rischi e a conseguenze distruttive.
Quanto può diventare irrazionale e fuori controllo una persona che cerca la soddisfazione pur evitando il dolore di una relazione? Un fenomeno comportamentale definito “asfissia autoerotica”, in origine ritenuto una forma di suicidio comune tra gli adolescenti, ci può dare qualche idea. In questa condizione una persona trattiene a lungo il respiro mentre si masturba o ha rapporti sessuali. Lo scopo? Orgasmo intensificato. Le conseguenze? La morte.
Dipendenza sessuale è un termine usato comunemente per descrivere l’ossessione sessuale. Una persona sessuomane vuole distruggere sé e gli altri, persino infrangendo la legge, pur di raggiungere il piacere sessuale. Non dobbiamo comunque dare per scontato che la dipendenza sessuale sia un modo per cercare una vera intimità. In effetti, una persona sessualmente dipendente crea una pseudo relazione con qualcosa o qualcuno che può controllare, come un’immagine, un attore televisivo o una prostituta.
Quando comprendiamo che lo scopo primario di un comportamento sessualmente dipendente è evitare il dolore di una relazione – essenzialmente, controllare la vita – possiamo iniziare a scoprire il problema fondamentale. La dipendenza sessuale avviene quando le persone raggiungono un livello di attività sessuale che non riescono più a controllare. Essendo dipendenti, diventano ossessionate dal sesso e lo usano in maniera sbagliata, giungendo a perdere il controllo del proprio comportamento sessuale per cercare di mantenere il controllo sul dolore relazionale.
PROBLEMI FONDAMENTALI NELLE DIPENDENZE
SESSUALI: NON SI TRATTA SOLTANTO DI UNA
DIPENDENZA
Osservare il diagramma tracciato, specialmente i limiti estremi, ci può condurre erroneamente e farisaicamente a pensare: “A volte penso al sesso, ma non al punto di diventarne un maniaco”. Invece di esaminare semplicemente il nostro comportamento per vedere se è distruttivo o incontrollato, ognuno di noi deve identificare quali fattori ci spingono di qua e di là sulla linea di deviazione.
Per esempio, quando mia moglie non ha più molto interesse a fare l’amore con me, come rispondo? Se per caso mi lascio andare a quel mio risentimento, sebbene non sia troppo forte, quell’emozione nascosta potrebbe portarmi a una certa forma di allontanamento emotivo o fisico.
E che succede se decidiamo di usare il sesso per tentare di alleviare le tensioni di una giornata faticosa invece che come espressione del nostro amore? Realizzare compiti difficili che ci ricordano le nostre inadeguatezze potrebbe motivarci ad accostarci al nostro compagno con la sottile e forse inconsapevole motivazione, che ci fa dire: “Dai, fammi sentire meglio – rispondi!”
Osservando la radice del problema della dipendenza sessuale, è sorprendente l’analogia fra i sessuomani e le persone che usano il sesso per ridurre lo stress, o che si distaccano quando il partner non è interessato ad avere rapporti sessuali. Posti in questa situazione, alcuni di noi si imbronciano; altri si masturbano, si distaccano dalle relazioni, leggono riviste pornografiche nei viaggi fuori città o noleggiano film a luci rosse nelle stanze d’hotel. Senza guardare se questi comportamenti possono considerarsi innocui o meno, essi sono comunque il risultato del desiderio di usare la falsa intimità per soddisfare alcuni obiettivi interiori – spesso gli stessi dei sessuomani!
Internamente, ognuno di noi vuole evitare il dolore dei rapporti sentimentali. Nel contesto giusto, il desiderio di evitare il dolore è realmente una risposta salutare. Ma se ci discostiamo dalla vera intimità, il nostro impegno di evitare le delusioni può condurci a un comportamento distruttivo e incontrollato che diventa una dipendenza sessuale. Perseguendo l’obiettivo di realizzare la nostra propria realtà mediante una falsa intimità, più ci scostiamo dalla realtà in cui Dio ci ha posto e ci ha chiamato a vivere, più creiamo il nostro “squilibrio”. E più abbracciamo ciò che è falso, meno ci importa di ciò che è buono e amorevole – e più siamo catturati dal desiderio di creare un senso di controllo sulle nostre circostanze.
Per quanto sfuggiamo alla realtà, non possiamo comunque sottrarci a quello che siamo, a quello che è Dio e alla realtà delle altre persone. Il sessuomane crede essenziale scappare dalla realtà, ma riconosce d’altra parte che una tale via di uscita è soltanto temporanea. Così è roso dal tormento dell’anima, dalla colpa e dalla vergogna.
La maggior parte dei professionisti concorda che esiste dipendenza sessuale quando un individuo pratica l’attività sessuale al punto di influenzare negativamente la sua capacità di porsi in rapporto con gli altri aspetti della vita, quando viene coinvolto in altre relazioni – reali o fantastiche – e diventa dipendente da esperienze sessuali come fonte primaria di soddisfazione. Per dirla in parole semplici, un individuo dimostra un comportamento sessuomane quando vive un’esperienza che trasforma le sue abitudini, in cui i comportamenti sessuali diventano incontrollabili e influenzano negativamente la salute, la famiglia e il lavoro.
La definizione comune, popolare della dipendenza sessuale comprende i seguenti quattro indizi.
Comportamento compulsivo e logorante
I sessuomani pensano e programmano la loro esistenza attorno al sesso. è interessante notare che un maniaco sessuale viene spesso descritto come un individuo che avverte una compulsione o un “comando interiore” ad assumere un certo comportamento sessuale. Questa compulsione contraddice il suo raziocinio.
Un individuo sessuomane viene completamente assorbito dal sesso, che diventa il suo bisogno maggiore – ma non il suo maggiore desiderio. Il sesso è desiderato, richiesto e va perseguito ad ogni costo. Chiedersi se il sesso è appagante, se il partner è attraente o “sicuro”, se le immagini pornografiche sono illusorie, o se il partner ha un’età legale, non significa niente in vista di raggiungere il piacere sessuale.
Comportamento che porta a conseguenze negative
In maniera sempre più crescente, l’epidemia dell’AIDS serve a rendere più consapevoli le persone delle conseguenze negative della dipendenza sessuale. In tutto il mondo si sa che il comportamento sessuale può essere negativo a causa delle conseguenze delle malattie trasmesse attraverso il sesso.
Altre conseguenze potrebbero essere: perdita del lavoro, della reputazione, del coniuge, degli amici e della famiglia; rovina finanziaria; procedimenti penali; interventi giudiziari; vergogna e incapacità continua di intrattenere relazioni intime.
Comportamento incontrollabile
Privo della sua “volontà”, il sessuomane sente di non riuscire a smettere di desiderare ardentemente, di usare, pensare o bramare il comportamento sessuale, anche quando sa che è pericoloso e vorrebbe abbandonarlo.
Disconoscimento della gravità di questo comportamento
I maniaci del sesso spesso negano che il loro comportamento sia incontrollabile e che le esperienze negative che si trovano a vivere siano frutto di quella loro condotta. Qualcuno che usa le prostitute potrebbe dire: “Ho più bisogno di sesso degli altri e mia moglie deve accettarlo”. Il violentatore potrebbe dire: “Lei lo voleva quanto me”. Dopo un’orgia lo studente potrebbe dire: “Che c’è di male nel divertirsi un po’? Dopo tutto, nessuno si è fatto male”. La persona dipendente dalla pornografia potrebbe dire: “Tutti comprano queste riviste – perché non dovrei farlo anch’io?”
Allo stesso tempo, i maniaci spesso si detestano. Individui sessualmente dipendenti mi hanno detto: “Sono una persona orribile”. “Chi mai potrebbe amare me, un pervertito?” “Non merito niente”. “Se solo lo sapessero gli altri, mi detesterebbero e mi allontanerebbero”. Queste persone potrebbero sentire una colpa e una depressione estreme, al punto di maturare il pensiero del suicidio. Vivono con la paura di essere scoperte e di perdere tutto – la famiglia, la reputazione, i soldi, la carriera e così via.
Propongo di ampliare la definizione della dipendenza sessuale oltre i termini usati comunemente. è vero che i sessuomani perseguono tenacemente il sesso quale fonte primaria della loro soddisfazione e che i loro comportamenti sessuali sono incontrollabili. è vero che sono feriti, hanno paura, hanno vergogna e a volte sentono che la vita sia senza speranza. Ma credo che la dipendenza sessuale sia il sintomo di un problema molto più profondo.
C.S. Lewis ha scritto: “Il processo della vita consiste nel comprendere verità così antiche e semplici che, una volta affermate, sembrano banalità infruttuose”. A costo di offrire delle banalità infruttuose, suggerisco che la dipendenza sessuale nasca primariamente dalla peccaminosità del cuore umano e dalla riluttanza a intrattenere una relazione appassionata e dipendente da Dio.
La soluzione per il peccato, comunque, non è così semplice come alcuni cristiani vorrebbero far credere. Spesso i cristiani tendono a liquidare problemi complicati con l’esortazione a “confidare in Dio”. Come vedremo nei capitoli successivi, tutto questo è molto lontano dal punto che sto presentandovi.
La dipendenza sessuale è un problema complesso con cause multiple e conseguenze a lungo termine. Avviene quando una persona diventa dipendente dalle esperienze sessuali per raggiungere un senso di soddisfazione personale. Una persona che avverte che la vita non è soddisfacente, che sperimenta disappunto nella sua intimità, che perde le speranze e che non ha fiducia in sé, è un perfetto candidato alla dipendenza sessuale. La forza del fascino va molto al di là del sesso e arriva nella profondità del cuore, dove l’inganno è molto più sottile di quanto possiamo comprendere.
Pochi di noi hanno il coraggio di entrare in questo mondo sotterraneo del cuore umano. Molto al di sotto della superficie esiste una forza penetrante e integrale che esige il diritto di evitare il dolore e di sperimentare l’auto-godimento. Questa energia eccentrica è la vera essenza di quello che la Bibbia chiama “peccato”.
Alcuni individui usano spesso il comportamento maniaco-sessuale e in modi che sono distruttivi, incontrollabili e forse anche illegali. Questo livello di dipendenza sessuale, che potrebbe sfociare in comportamenti come lo stupro e l’abuso sessuale sui minori, è stato oggetto di ampia attenzione in libri e articoli e rientra nella classica definizione di dipendenza sessuale. Ma il perseguimento del soddisfacimento sessuale e la fuga dal dolore emotivo possono essere argomenti molto meno evidenti e aperti. Per esempio, una persona potrebbe perseguire una falsa intimità in una relazione matrimoniale senza neppure mettere in dubbio i propri motivi o comportamenti. Normalmente, quando una coppia fa del sesso, è piacevole per entrambi i partner. Ma quando uno di essi usa il sesso soltanto per scaricarsi dallo stress piuttosto che per esprimere il suo amore e la sua intimità, sta semplicemente usando il coniuge per raggiungere obiettivi egocentrici. Nell’incapacità di adempiere una vera intimità, questa persona si dedicherà a controllare la sua relazione sessuale, creandosi perciò un senso di sicurezza.
Il pastore che ho menzionato all’inizio di questo capitolo, quello che frequenta le prostitute, è a rischio molto più elevato di ovvie conseguenze, rispetto a qualsiasi altro uomo che fa del sesso impersonale con sua moglie. Il pastore potrebbe contrarre l’AIDS, perdere la chiesa o divorziare dalla moglie a causa di relazioni adulterine. Comunque, per certi versi, l’uomo che fa del sesso impersonale con la moglie non è tanto diverso da questo pastore promiscuo. Nonostante i loro atteggiamenti siano completamente diversi, in loro vigono le stesse motivazioni interne.
Il fatto è che la dipendenza sessuale va ben oltre le storielle bizzarre di persone incontrollate che usano il sesso in maniera estrema. Tutti noi abbiamo il dovere di rivedere quello che siamo e il modo in cui ci poniamo in rapporto con gli altri. Anche se non dovessi avere dei problemi sessuali distruttivi, potrei usare il sesso per ragioni sbagliate.
La logica della continuità nasce quando riconosciamo che usando il sesso in maniera inappropriata per soddisfare i nostri bisogni interni, possiamo giungere a un comportamento sempre più distruttivo che ha un effetto progressivamente devastante sulla nostra capacità di porci in relazione con gli altri, e ci impedisce di crescere spiritualmente nella comunione con Dio.
Come vedremo nel capitolo successivo, ci sono diversi tipi di comportamenti sessuomani. La chiave sta nel riconoscere che la dipendenza sessuale non è solo un fatto di sesso o di un comportamento esteriore: è piuttosto il molteplice risultato della solitudine, del dolore e della richiesta egocentrica di essere amati e accettati nonostante le conseguenze e della perdita di una relazione vitale con Dio.
Con grande vergogna, Ralph descrisse a un consulente la sua situazione di masturbazione cronica e di fantasie sessuali. Aggiunse poi, con voce carica di dolore: “Volevo soltanto stare nelle braccia amorevoli e forti di qualcuno”. Pur desiderando una vera intimità, aveva scelto di agire secondo modi specifici per conseguire la sua aspirazione. La dipendenza sessuale è un duplice risultato di bisogni intensi e insoddisfatti a cui si accompagna il desiderio di soddisfare e controllare il dolore emotivo, indipendentemente da Dio. Questi bisogni e desideri costituiscono le dinamiche interne ed esterne della dipendenza sessuale. Osserviamole più attentamente.
DINAMICHE INTERNE DELLA DIPENDENZA SESSUALE
Quando un individuo dimostra un comportamento sessuomane, sono sempre presenti alcune dinamiche interne. Internamente, una persona sessualmente dipendente pretende che la vita gli dia l’illusione del conforto e della previdenza, cerca un sollievo emotivo razionalizzato e psicologicamente accentrato, una rivendicazione di libertà dal dolore emotivo e dalla vergogna di evitare l’intimità. Analizziamo questa definizione.
La natura interna della dipendenza sessuale
Come mai un sessuomane che da piccolo è stato vittima di un abuso sessuale si spinge di conseguenza verso un comportamento sessuale impulsivo con un’infinità di persone in un bagno pubblico, mentre un’altra vittima di circostanze simili perde il desiderio sessuale e ha difficoltà a funzionare sessualmente in un’amorevole relazione coniugale? In entrambi i casi, le vittime stanno reagendo alla paura, allo sconforto e alle ferite, ma per qualche ragione si muovono in direzioni completamente opposte. Una commette strane azioni sessuali con estranei; l’altra non si sente a suo agio nell’intimità sessuale. Entrambe non giustificano la vita sessuale dell’altro, poiché avviene più che altro un comportamento interno che non può essere afferrato per mezzo di atteggiamenti esterni.
Che cosa avviene nella mente e nel cuore del sessuomane? Quali sono le sue motivazioni? Come mai si manifestano in certi comportamenti particolari? Se, come dice la Bibbia, il comportamento esterno di una persona è un’estensione di quello interno, allora per capire accuratamente la dipendenza sessuale bisogna capire che cosa la provoca internamente.
A volte nella mente di una persona esiste un peccato che non viene alla luce. Per esempio, un uomo può esaminare attentamente e frequentemente i cataloghi in cui si vende abbigliamento intimo femminile, fantasticando sulle modelle. Il materiale non fa necessariamente riferimento al sesso, ma chi lo legge può renderlo oggetto dei suoi desideri sessuali. Di conseguenza, questa persona potrebbe fantasticare sessualmente su due donne sedute a parlare in una stanza. In un certo senso, quest’uomo non ha commesso niente; sta soltanto “guardando”. Ma da una prospettiva biblica sta commettendo il peccato della concupiscenza, che spesso conduce verso comportamenti peccaminosi e più apertamente distruttivi.
L’esigenza che la vita soddisfi i nostri desideri
I sessuomani di solito giustificano le loro azioni e credono che i loro bisogni vadano soddisfatti. Questa convinzione, perciò, diventa una richiesta conscia o inconscia. “Devo avere ciò che voglio e di cui ho bisogno”, pensa il tipico sessuomane. “I miei desideri vanno soddisfatti se voglio che la mia vita sia degna di essere vissuta. Non voglio sentirmi rifiutato. Voglio essere apprezzato. La vita dovrebbe darmi i benefici che desidero”.
L’illusione del conforto e della previdenza
Il sessuomane giunge a credere che “se la situazione si realizza, diventerò qualcuno. Sarò appagato. Sono l’unico che può stabilire quello che mi appagherà o mi eviterà di soffrire”. Se la situazione sessuale fornisce i benefici che il sessuomane chiede o persegue, costui sarà portato a credere di avere la capacità di far accadere questa situazione in qualsiasi momento.
In questo modo, il sessuomane acquista la sicurezza che la vita in generale è tollerabile. Se credo di essere in grado di stringere la corda, allora posso anche considerare la vita prevedibile e sicura. In effetti, il sessuomane crea un’illusione che porta una qualche soddisfazione e meno dolore emotivo – a breve termine.
Dopo nove mesi di trattamento, un pastore che aveva un ministero di successo, ma una seria dipendenza sessuale, ha osservato:
“Il mio ministero era una droga. Non era distruttivo; stavo costruendo un ministero e soddisfacevo i bisogni della gente. Ma la funzione del ministero creava nella mia vita una dipendenza, proprio come quando andavo con le prostitute. Perseguivo entrambi gli obiettivi con la stessa tenacia. Quando le cose andavano bene nel ministero mi sentivo come quando andavo regolarmente con le prostitute”.
Questo pastore doveva conquistare entrambe le dipendenze. Una di queste era un’ovvia ossessione immorale, facilmente condannabile come peccaminosa; l’altra era una forma di dipendenza dal lavoro che gli produceva lodi e onori continui. Ma lui usava entrambe per ottenere la stessa illusione di conforto e presentimento.
L’abitudine di un comportamento razionale
Per crearsi l’illusione di una relazione intima, il dipendente inizia ad avere comportamenti incompatibili con i valori e le norme da lui accettati nel passato.
Per esempio, desiderare una donna riprodotta su un calendario è contrario a ciò che Dio vuole da un uomo cristiano, ma costui sceglie lo stesso di farlo. Gradualmente, i suoi valori e i suoi standard svaniranno e il suo comportamento potrà scivolare da una zona d’ombra a una fase chiaramente distruttiva. Ma nel frattempo egli avrà sviluppato un comportamento razionale. “Come fa a essere cattivo tutto ciò che ha un’apparenza di bene? Questo soddisfa un mio bisogno. Mi riempie la vita. Anche se so che va contro ciò in cui credo, lo continuerò a fare – anche se potrà far del male a me e a quelli che amo”.
Una tale razionalizzazione, non importa quanto bizzarra, appare logica a chi è dipendente dal sesso. Esempi che ho udito personalmente comprendono: “Mi masturbo solamente, non vado con le prostitute”. “Vado con le prostitute, ma non faccio una cosa così disgustosa come la masturbazione”. “Frequento solo prostitute di alto livello”. “Vado con le prostitute, ma non ho mai avuto una relazione con la mia segretaria”. “Sì, mi sento un po’ in colpa e mi vergogno, ma non ho mai molestato un bambino”.
Comportamento egoistico
Le azioni dei sessuomani sono egoistiche, perché nel momento in cui determinano di essere coinvolti in un atto sessuale, la brama persistente del loro comportamento dimostra una mancanza di interesse per gli altri. I sessuomani non si preoccupano di quelli che verranno influenzati dalle loro azioni. In effetti, la cosa più importante per loro è soddisfare i propri bisogni.
La moglie sconosciuta di un sessuomane che fa del sesso con altri, ad esempio, corre il rischio di contrarre malattie veneree. Durante il processo che porta alla molestia di un minore, un sessuomane che compie tali cose non pensa al male che provocherà al bambino. Persino dopo la molestia, di fronte a un enorme sentimento di colpevolezza, il sessuomane non compirà i passi necessari per bloccare la sua dipendenza. Persino la persona che usa materiale pornografico si preoccupa più della sua risposta sessuale che del fatto che la gente nei film e nelle riviste sia stata sfruttata. Il sessuomane potrà persino incoraggiare altri a fare cose che causeranno loro del male, pur di sentirsi bene.
Il sessuomane che è coinvolto sessualmente con un’altra persona, che sia la moglie o una prostituta, è più concentrato sul ricevere che sul dare. Di conseguenza, l’altro si sente usato.
Questo comportamento egocentrico alimenta nel sessuomane dei forti sentimenti di auto disprezzo. Alcuni si considerano dei “mostri” – gente malvagia che sfrutta e fa del male agli altri. I molestatori di minori spesso si considerano come li reputa la società – con grande disgusto. I sessuomani cristiani aggiungono a questo sentimento generale la convinzione di aver commesso un peccato irreparabile che non potrà mai essere perdonato. A volte i sessuomani possono avvertire un rimorso sincero, un senso di colpa e una preoccupazione per le loro vittime. Un ministro che aveva rapporti sessuali con prostitute mi ha detto: “Sono un demonio. La mia vita è più definita dal male che dal bene”.
Sollievo fisiologico
L’orgasmo produce un piacere fisico. Come vedremo, la maggior parte dei comportamenti dipendenti dal sesso comprendono l’orgasmo. Per quelli che non sono dipendenti, la vita vale la pena di essere vissuta anche senza l’esperienza del sesso. Il sessuomane, invece, cerca sempre la duplicazione dell’euforia del momento sessuale, anche a costo di perdere la famiglia, gli amici, la carriera, il benessere personale e l’integrità.
L’orgasmo fisico provvede una benefica carica di adrenalina, ma in sé stesso non può che offrire la breve illusione di un’intimità e di un’appartenenza. Ancora una volta, la chiave per comprendere il comportamento dipendente è rendersi conto che il sessuomane in cerca di sicurezza, controllo sul dolore sentimentale e soddisfazione, agisce in modi che prevaricano le sue ragioni e i suoi valori – spesso con conseguenze disastrose.
Opportunità di vendetta
Una persona che assume un comportamento sessuale al di fuori del matrimonio, spesso si arrabbia con il coniuge accusandolo di “essere frigido”, “non interessato al sesso”, “non mi accetta nel modo in cui voglio essere accettato” e molto altro. Una volta un uomo che venne da me in cerca di aiuto mi disse: “Sono molto arrabbiato con mia moglie e perciò vado con le prostitute”. Un altro uomo, un pastore, mi disse: “Se mia moglie è fredda con me, ho sempre la mia segretaria”.
La vendetta del sessuomane si mostra anche verso l’oggetto o la persona che diventa il suo obiettivo sessuale. C’è come una rabbia sottile e nascosta che lo porta a dire: “Mi devi dare quello di cui ho bisogno”. La situazione è un classico. “Compro la rivista; le foto mi danno ciò di cui ho bisogno”. “Ti pago con i soldi; perciò dammi i favori sessuali di cui ho bisogno”. “Ho pagato questa chiamata telefonica; perciò dammi ciò di cui ho bisogno in questa conversazione”. Una donna disse così: “Quando mi cercano per motivi sessuali, mi sento potente. Una volta che li eccito sessualmente, posso dire anche di no e distruggerli”. Un’altra ha detto: “Essere desiderata mi fa sentire di avere il controllo”.
Il linguaggio sessuale è un indice tremendo e subdolo di vendetta. Uomini che considerano la bellezza fisica di una donna come una minaccia o un’arma, potranno descrivere una donna come “un pugno che ti stende” o “una bellezza fulminante” oppure “una con un vestito che ti uccide”. Alcuni uomini che si sentono intimiditi dalla bellezza di una donna, pensano che conquistarla sia il risultato di un comportamento sessuale. Perciò credono che ottenendo un livello di sessualità con una bella donna, riusciranno anche loro a conseguire potere e controllo. Se non ci riescono, si considerano dei falliti. Poi, sentendosi arrabbiati, risentiti, umiliati o svergognati, se la prendono con le donne incolpandole di ciò che credono di aver subito. Attraverso quella vendetta, sperano di riconquistare un senso di controllo o di potere.
Sollievo temporaneo dall’intensità di un dolore emotivo
Tutti noi abbiamo avuto delle esperienze sentimentali dolorose. I genitori non sempre trattano i loro figli nella maniera più consona. Gli amici non sempre sono leali. I datori di lavoro possono renderci difficile la vita.
Il sessuomane sceglie di sfuggire al dolore emotivo provocato da queste e da altre situazioni, prevenendo qualsiasi tipo di intimità. Il sessuomane vuole qualcosa di superficiale – un sollievo sentimentale veloce, senza il disappunto fisiologico che potrebbe crearsi in una genuina intimità. Sfogliando le pagine di una rivista pornografica, a letto con una prostituta o in una relazione multipla, il sessuomane sente che le sue relazioni sono funzionanti e soddisfacenti.
Ma queste relazioni sono veramente delle fantasie auto-provocate e apparentemente sicure e sono strutturate come il dipendente le crea. Il sessuomane crede nell’illusione del controllo perché in effetti lui o lei controlla l’illusione. “Il mio partner è tutto ciò che voglio che sia”. “Le persone con cui ho delle relazioni cooperano con me e mi fanno sentire grande”.
La fantasia è molto più sicura sia delle emozioni rischiose provocate da relazioni imprevedibili, sia delle sofferenze che solo una vera intimità può causare. Per un breve istante il partner o la prostituta sono al servizio del sessuomane. L’accettazione è incondizionata. Non è possibile il rifiuto. Il sesso è una conquista – immaginaria o reale – che abbatte il terrificante senso di non appartenenza. Almeno per un breve istante, le fantasie diventano più reali della vita. Quando un uomo costringe sua moglie ad agire, a vestirsi o a comportarsi sessualmente in un certo modo, la rende un oggetto di auto-gratificazione, ma allo stesso tempo si auto-convince di essere un uomo idoneo, che prende di petto la vita.
Controllare la dolorosa realtà della solitudine
Sin dalla Caduta, tutti noi abbiamo sperimentato la solitudine. Viviamo con la costante realtà della nostra separazione da Dio e gli uni dagli altri. Persino dopo essere stati adottati come figli di Dio attraverso Cristo, continuiamo comunque a vivere in un orfanotrofio terreno, in uno stato di separazione da Dio, attendendo il suo ritorno e tutti i benefici della sua completa custodia.
La Caduta non ha diminuito la nostra capacità di intimità; ha creato una distorsione e un dirottamento agonizzante dell’intimità. Ognuno di noi desidererebbe oltrepassare i limiti della propria esistenza per sfociare in un’intimità infinita e appagante con gli altri. Un tale sogno non può, comunque, realizzarsi. Perciò smorziamo la nostra fame e la nostra sete di quello stato precedente alla Caduta preoccupandoci della carriera, della famiglia, del cibo, del sesso, del tempo libero e di altre distrazioni. Ma nessuna divagazione può soddisfare appieno le nostre anime. Quella vacuità interiore, il risultato del peccato originale, sta proprio sotto la superficie delle illusioni che creiamo per poter sopravvivere.
La dipendenza sessuale è una fantasia che il dipendente crea per colmare la solitudine a cui non possiamo sfuggire. I fotografi e gli editori di riviste pornografiche sanno come alimentare quell’illusione. L’adescatrice sa come vestirsi e come parlare, per creare l’illusione. La voce che risponde ai telefoni erotici sa che cosa dire. Conoscono le tecniche per toccare i desideri e i bisogni dei dipendenti. Ma il contraccambio è soltanto denaro. “So che una prostituta non può amarmi né accettarmi veramente”, mi ha detto un paziente durante una seduta, “ma fa finta di farlo e io mi gusto l’illusione. So che per un’adescatrice esistono soltanto due tipi di uomini: quelli puliti e quelli sporchi. è veramente tutta una questione di soldi”. Un’altra paziente ha detto: “Se riesco ad adescarlo con il sesso, ho la relazione di cui ho bisogno”. Poi ha aggiunto: “Da qualche parte ci sarà pure un uomo che vorrà fare del sesso con me e amarmi – ci deve essere!”
Le fantasie di un sessuomane sono dei deboli tentativi per conquistare ciò che solo Dio può dare, ciò che possiamo sperimentare in parte sulla terra e appieno in cielo. La fantasia sessuale può creare un mondo perfetto di nutrimento, amore, generosità e tenerezza. Può creare l’immagine di ciò che il dipendente pensa sia necessario per raggiungere l’accettazione e la stima di sé. La speranza auto-prodotta dà al sessuomane una certa consolazione e un senso di controllo.
La verità è, comunque, che quando cerchiamo di coprire la vera realtà della solitudine, come risultato abbiamo una falsa intimità. Quando insistiamo nel soddisfare i nostri bisogni di intimità e ignoriamo la realtà che la solitudine è sempre presente, otteniamo l’esatto contrario di quello che stiamo cercando. Rimaniamo da soli a contemplare a occhi aperti la cruda realtà della nostra nudità.
Questo avviene perché desiderare di eliminare completamente la solitudine dalle nostre vite è come mettersi addosso una copertura, esattamente come fecero Adamo ed Eva nel giardino dell’Eden. è più facile giustificare davanti agli altri e anche davanti a Dio la nostra validità nascondendoci dietro a dei pretesti, che umiliarci al suo perdono, gemendo mentre aspettiamo il nostro rivestimento eterno in Cielo.
Purtroppo, cercare di sfuggire alla solitudine seguendo delle scorciatoie auto-prodotte, compresa quella della dipendenza sessuale, vuol dire diventare ancor più soli. I sessuomani sono alla ricerca costante del sesso, non di un’intimità amorevole, che possa ridurre temporaneamente il loro isolamento. Ma sono sempre soli, intrappolati nel paradosso di essere terrorizzati dalla solitudine, anche quando agiscono in modo da crearsi un’ulteriore solitudine. Sono preoccupati dalla paura di essere lasciati soli per sperimentare intimità con una persona, una fotografia o un’immagine sullo schermo che non possa provocare loro del dolore emotivo. Eppure il loro comportamento intenzionale crea una distanza dalla vera intimità per cui sono stati creati.
Per tanti dipendenti sessuali, la combinazione di una risposta controllata, del rifiuto della solitudine e dell’arroganza, fa sì che le loro vite diventino così misere. L’illusione si sbriciola, fino al punto in cui vengono svergognati in pubblico, quando gli altri vedono i sintomi esterni della loro disperazione interna e del loro inganno.
Mettere da parte la vergogna legittima
Nelle relazioni interpersonali normali e dinamiche, nessuno di noi è tutto quello che vorrebbe essere con gli amici, i membri della famiglia o i collaboratori. Perciò in ogni relazione c’è un sentimento di inadeguatezza o di vergogna. A volte una semplice azione, per quanto neutrale o insignificante, può provocare vergogna. Per esempio, una persona che inciampa e cade in una stanza affollata, penserà subito che gli altri la considerino un po’ deficiente.
Vogliamo sentirci fiduciosi e avere tutto sotto controllo. Eppure viviamo a un certo livello di finzione, agendo come persone che in realtà non siamo. Speriamo di fare impressione sugli altri al punto da farci accettare così come desideriamo profondamente. Temiamo di “essere scoperti” e di perdere i rapporti con gli altri. Concludiamo che la gente con cui interagiamo possa determinare il nostro valore personale. Facciamo affidamento sui falsi idoli delle persone che possono abbatterci, piuttosto che riconoscere che soltanto Dio può darci un vero valore, e sperimentiamo una vergogna legittima perché non ci fidiamo di lui come nostro Padre e non scegliamo di dipendere da lui per poter soddisfare i nostri più profondi bisogni di intimità.
La vergogna illegittima nasce quando vogliamo disperatamente essere considerati sufficienti, amati e accettati nei nostri rapporti eppure ci spostiamo dalla genuina intimità quando non vogliamo farci considerare persone imperfette. La vergogna illegittima può farci temere che ci accada qualcosa di pericoloso, che ciò che speriamo per quella relazione non si possa mai realizzare. Nel tentativo di evitare i sentimenti di vergogna illegittima, il sessuomane commette ripetutamente delle azioni vergognose.
Tutti coloro che hanno gustato l’amore profondo e l’intimità che il sesso all’interno del matrimonio può provvedere, possono comprendere la bontà del piacere sessuale. Comunque, l’ebbrezza che risulta da un orgasmo è soltanto una piccola sfaccettatura dell’intimità sessuale. Dio ha creato ciascuno di noi come essere sessuale, e ha determinato che le relazioni matrimoniali culminassero nell’unione di “una carne”. Nella parte più profonda della nostra anima, desideriamo essere intimi gli uni con gli altri – essere nudi e non provare vergogna alla presenza gli uni degli altri. Purtroppo, perseguendo dei comportamenti sessuali fini a sé stessi come fonte di profonda soddisfazione, finiamo soltanto nudi e proviamo vergogna – davanti agli altri e davanti a Dio.
DINAMICHE ESTERNE DELLA DIPENDENZA SESSUALE
Le dinamiche esterne della dipendenza sessuale sono le manifestazioni delle dinamiche interne di cui abbiamo appena parlato. Le dinamiche esterne di solito assumono la forma di un particolare comportamento sessuale ripetuto all’infinito, ma a volte il soggetto può assumere comportamenti diversi. I sessuomani pongono dei limiti a quello che scelgono di fare, ma quei limiti possono variare se il “limite estremo” che hanno posto ai loro comportamenti sessuali perde il mordente. Comunque, di solito i sessuomani non saltano da un comportamento all’altro, perché l’uso consistente di uno stesso o di più comportamenti diviene prevedibile e fornisce al dipendente la sensazione di un controllo interno.
Gli esempi di comportamento dipendente esterno variano:
- Un importante uomo d’affari frequenta regolarmente prostitute, anche se mette a rischio la sua salute, il suo matrimonio, la sua carriera e la sua reputazione.
- Un giovane si masturba cinque volte al giorno, alterando gli schemi per rendere possibile un tale comportamento secretivo.
- Una donna telefona ai numeri erotici per parlare con un uomo che la “capisca”. Alla fine del mese dovrà pagare millecinquecento dollari, il denaro che lei e suo marito hanno messo da parte per la retta universitaria della figlia.
La mia esperienza mi ha mostrato che più il sessuomane razionalizza il suo comportamento, più progredisce lungo un continuo. In effetti il sessuomane dice: “questo comportamento non ha senso. Quest’illusione non funziona più. Perciò proverò qualcos’altro per rendere la vita più soddisfacente. Farò altre telefonate erotiche, cercherò di ottenere qualcosa di più dalle riviste porno, oppure andrò a vedere una ballerina nuda”. Di solito, la prima volta che il sessuomane prova un nuovo comportamento, si allontana ansiosamente da esso, ma nel senso che è già “accalappiato” da quel nuovo livello di comportamento che da quel momento in poi diventa più frequente.
In breve, la sessuomania è il risultato complesso del peccato e di un comportamento umano. Dichiarare semplicemente che un sessuomane è immorale, vuol dire affermare la verità senza comprendere la complessità del problema.
Nel capitolo terzo esploreremo le radici della dipendenza sessuale in maniera più dettagliata. Ma prima di tutto osserviamo più attentamente i tipi di comportamento sessuale che possono essere definiti dipendenti.
Bandella
“La migliore opera in circolazione per tutti coloro che hanno problemi con la propria sessualità o vogliono comprendere e aiutare chi si trova in simili condizioni” – Dr. Dan B. Allender, autore di The Wounded Heart
COME MAI è COSì DIFFICILE RESISTERE ALLE TENTAZIONI SESSUALI SE IL PREZZO DA PAGARE
è COSì ALTO?
Tutti desideriamo una vera intimità. Molti tentano di colmare il loro vuoto stabilendo relazioni sessuali, reali o fantasiose, che promettono il sollievo, l’accettazione e l’adempimento di ciò a cui aspirano. Ma si tratta di una falsa intimità.
Falsa intimità va oltre i sintomi comportamentali e le soluzioni legate alla volontà d’agire, fornendo una guida biblica lungo il viaggio della restaurazione. Tra i temi trattati: * Come riconoscere i comportamenti di dipendenza sessuale * Le cause della dipendenza sessuale * Come affrontare un coniuge sessuomane * Come prevenire la dipendenza sessuale nei figli * La dipendenza sessuale nella chiesa * La guarigione e il processo della restaurazione * Recuperare un matrimonio devastato da un errato comportamento sessuale * Le donne e la falsa intimità
Falsa intimità esamina le radici nascoste di questi comportamenti e offre una guida realistica a coloro la cui vita o il cui ministero è stato minato dalle dipendenze sessuali.
“Questo è il miglior libro cristiano sulla dipendenza sessuale che abbia mai letto. Schaumburg va più a fondo dei sintomi superficiali per esporre gli argomenti fondamentali di questo problema comune” - Bob Davies, direttore esecutivo di Exodus International
Da molti anni il Dottor HARRY W. SCHAUMBURG tratta la dipendenza sessuale e i comportamenti a essa legati. Ha conseguito il dottorato presso il Seminario Teologico di New York e all’Università Northwestern, come specialista nella dipendenza sessuale dei leader cristiani.