Questo libro è un rischio. Ci sono voluti anni prima che potesse vedere la luce e, nonostante questo e tutte le precauzioni prese, c’è chi rischierà molto per il suo contenuto. Il motivo è semplice: per la prima volta si apre una finestra sulla realtà dei credenti nascosti nel paese ad oggi più pericoloso al mondo per i cristiani: l’Afghanistan.
La vera e straordinaria avventura vissuta da Nasiry vi porterà nei meandri di una chiesa clandestina che nasce a costo della propria vita, si riunisce di nascosto nelle case, adotta strategie per creare reti di sostegno, battezza terroristi e si diffonde in modo miracoloso.
Figlio di una serva è la storia epica di un uomo semplice, trasformato in eroe da una fede in un Dio sconosciuto. Ed è un rischio, lo ripeto, ma il tempo è quello giusto. Il mondo deve sapere che ci sono migliaia di uomini e donne afgani capaci di donare tutto per il loro Signore e di restituirci, vivida e tangibile, la realtà teologica per cui niente e nessuno può distruggere o fermare il piano di Dio per l’umanità.